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sabato 12 dicembre 2015

Il fallimento delle 4 banche: gli errori che i risparmiatori devono evitare



Il recente fallimento di 4 banche, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria, culminato con il tragico evento del suicidio del pensionato di Civitavecchia, causato dalla delusione di aver perso tutti i risparmi di una vita nell’acquisto di obbligazioni subordinate di una delle banche poi fallite, ci spinge ad una riflessione amara sul fatto che la storia si ripete (vedi i casi Parmalat, Cirio e Bond argentini) e soprattutto sul perché la mancanza di cultura finanziaria spinge i risparmiatori a commettere gli stessi errori quando bisogna decidere come investire i propri risparmi.
Anche se le cronache degli ultimi giorni dipingerebbero un quadro desolante sulla condotta del personale delle banca che da quanto si apprende avrebbe venduto ad ignari risparmiatori titoli obbligazionari subordinati (strumenti pressappoco equiparabili a capitale di rischio azionario) spacciandoli per  investimenti assolutamente sicuri e privi di rischio, provocatoriamente dico a questi poveri pensionati coinvolti, che sarebbe bastato leggere le prime righe che aprono il primo capitolo de “Il Manuale del Risparmiatore” (Ed. Hoepli, 2015) per limitare i danni o quantomeno accendere un faro dubitativo di fronte al consiglio del direttore di banca, dell’amico o del consulente finanziario che proponevano con disinvoltura, o magari in buona fede, obbligazioni bancarie dagli elevati rendimenti ma dalla struttura complessa e opaca.
Il Manuale inizia proprio così: “Non esistono formule magiche per diventare ricchi investendo nei mercati finanziari. Chi cerca scorciatoie, colpacci o crede nella soffiata dell’amico rischia di rimanere a bocca asciutto o ancora peggio si espone a rischi elevati. E parlando proprio di rischio, uno dei principi fondamentali da tenere bene a mente per avere successo negli investimenti – sia che si tratti di un professionista che di un piccolo risparmiatore - è saper individuare e gestire bene il rischio a cui è soggetta ogni singola scelta finanziaria e, di conseguenza, l’intero portafoglio”. In pratica, e si entra nel vivo degli argomenti trattati nel libro, ogni risparmiatore quando si trova di fronte ad una scelta finanziaria deve tenere bene a mente i concetti di rischio e di rendimento, quest’ultimo direttamente proporzionato al primo. E in seconda battuta applicare la regola fondamentale della diversificazione.
Leggendo attentamente i fatti, emerge con chiarezza le cause che hanno portato centinaia di clienti a mandare in fumo i risparmi di una vita. Se da una parte, dipendenti bancari senza scrupoli hanno proposto strumenti finanziari rischiosi spacciandoli per sicuri, dall’altra buona parte degli ignari sottoscrittori non hanno applicato quelle semplici regole di salvaguardia, appena descritte, che precedono la scelta di ogni investimento. Molti di loro purtroppo non si sono chiesti: “Qualora l’investimento dovesse andare male (concetto di rischio) quale somma sono disposto a perdere senza la quale continuerei a guardare con tranquillità al mio futuro?”. Stabilito l’importo, nessuno di loro avrebbe mediamente investito più del 5% del capitale (concetto di diversificazione del portafoglio) nelle ormai famose obbligazioni strutturate. E oggi avremmo comunque tanti investitori arrabbiati, quello è inevitabile, ma non costretti sul lastrico da gestioni dissennate e criminale di chi ha amministrato negli anni le banche ora fallite nella totale assenza di controlli istituzionali.

Edoardo Liuni

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