Il recente fallimento di 4
banche, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria, culminato con il
tragico evento del suicidio del pensionato di Civitavecchia, causato dalla
delusione di aver perso tutti i risparmi di una vita nell’acquisto di
obbligazioni subordinate di una delle banche poi fallite, ci spinge ad una
riflessione amara sul fatto che la storia si ripete (vedi i casi Parmalat,
Cirio e Bond argentini) e soprattutto sul perché la mancanza di cultura
finanziaria spinge i risparmiatori a commettere gli stessi errori quando bisogna
decidere come investire i propri risparmi.
Anche se le cronache degli
ultimi giorni dipingerebbero un quadro desolante sulla condotta del personale
delle banca che da quanto si apprende avrebbe venduto ad ignari risparmiatori
titoli obbligazionari subordinati (strumenti pressappoco equiparabili a
capitale di rischio azionario) spacciandoli per investimenti assolutamente sicuri e privi di
rischio, provocatoriamente dico a questi poveri pensionati coinvolti, che sarebbe
bastato leggere le prime righe che aprono il primo capitolo de “Il Manuale del Risparmiatore”
(Ed. Hoepli, 2015) per limitare i danni o quantomeno accendere un faro
dubitativo di fronte al consiglio del direttore di banca, dell’amico o del
consulente finanziario che proponevano con disinvoltura, o magari in buona fede,
obbligazioni bancarie dagli elevati rendimenti ma dalla struttura complessa e
opaca.
Il Manuale inizia proprio
così: “Non esistono formule magiche per
diventare ricchi investendo nei mercati finanziari. Chi cerca scorciatoie,
colpacci o crede nella soffiata dell’amico rischia di rimanere a bocca asciutto
o ancora peggio si espone a rischi elevati. E parlando proprio di rischio, uno
dei principi fondamentali da tenere bene a mente per avere successo negli
investimenti – sia che si tratti di un professionista che di un piccolo
risparmiatore - è saper individuare e gestire bene il rischio a cui è soggetta
ogni singola scelta finanziaria e, di conseguenza, l’intero portafoglio”. In
pratica, e si entra nel vivo degli argomenti trattati nel libro, ogni
risparmiatore quando si trova di fronte ad una scelta finanziaria deve tenere
bene a mente i concetti di rischio e di rendimento, quest’ultimo direttamente
proporzionato al primo. E in seconda battuta applicare la regola fondamentale
della diversificazione.
Leggendo attentamente i
fatti, emerge con chiarezza le cause che hanno portato centinaia di clienti a
mandare in fumo i risparmi di una vita. Se da una parte, dipendenti bancari
senza scrupoli hanno proposto strumenti finanziari rischiosi spacciandoli per
sicuri, dall’altra buona parte degli ignari sottoscrittori non hanno applicato
quelle semplici regole di salvaguardia, appena descritte, che precedono la
scelta di ogni investimento. Molti di loro purtroppo non si sono chiesti: “Qualora
l’investimento dovesse andare male (concetto di rischio) quale somma sono
disposto a perdere senza la quale continuerei a guardare con tranquillità al
mio futuro?”. Stabilito l’importo, nessuno di loro avrebbe mediamente investito
più del 5% del capitale (concetto di diversificazione del portafoglio) nelle
ormai famose obbligazioni strutturate. E oggi avremmo comunque tanti
investitori arrabbiati, quello è inevitabile, ma non costretti sul lastrico da
gestioni dissennate e criminale di chi ha amministrato negli anni le banche ora
fallite nella totale assenza di controlli istituzionali.
Edoardo Liuni
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